Iran, 2007, 77 min., A Dah be alaveh Chahar / 10 + 4, però, le circostanze sono diverse: Mania sta combattendo il cancro. Ha subito un intervento chirurgico; ha perso i capelli in seguito alla chemioterapia e non porta più il velo obbligatorio; ea volte è troppo debole per guidare. Così la telecamera la segue per registrare le conversazioni con amici e familiari in spazi diversi, dalla gondola che aveva notoriamente usato nel suo primo lungometraggio a un letto d'ospedale. Eppure, mentre il suo corpo mostra gli effetti della malattia, Akbari è dura, carismatica e polemica come nelle sue precedenti apparizioni sullo schermo la sua presenza luminosa è tanto più affascinante e preziosa quanto diventa un segno di quanto sia fragile la vita stessa. Il suo linguaggio cinematografico è stato ampliato e perfezionato dalle rigorose esplorazioni di 20 Fingers, per tenere conto degli aspetti inaspettati di affrontare contemporaneamente morte e sopravvivenza, stigma sociale e simpatia. Percorrendo un'elegante linea tra documentario e finzione, Akbari prende un audace ...