"Damned If You Don't è un vero premio. Splendidamente girato in bianco e nero, fonde la tecnica narrativa convenzionale con la cinepresa impressionistica, i simboli e le voci per creare uno studio intimo dell'espressione sessuale e della repressione. Inizia con le riprese di un vecchio elegante potboiler su un convento isolato, il cui racconto di passioni al guinzaglio e scatenate fornisce il leitmotiv per una giovane lesbica che lo guarda e la suora solitaria che insegue e seduce. Mentre le vite delle due donne si avvicinano all'unione, voci fuori campo dalla biografia di un XVI secolo Suora lesbica e le reminiscenze delle storie d'amore nascoste di una donna in una scuola cattolica arricchiscono il tema. Quando le due donne finalmente si incontrano e fanno l'amore, l'attento scartamento da parte della donna della complicata prigione di vestiti della suora è sia preliminare che metafora liberatoria. Il film è ipnotico come un sogno. "