Accoppiando la sua collezione di dipinti figurativi con un'astuta conversazione sulla mortalità e l'umanità, "Francis Bacon e la brutalità dei fatti" offre una visione personale della mente di un artista. In un'intervista condotta dall'amico e critico d'arte David Sylvester, Bacon si apre sul suo lavoro e sul tono, spesso, grottesco e macabro dei suoi dipinti. Le sue rappresentazioni della figura umana nei ritratti e nei trittici lo collegano, a suo avviso, al realismo distorto di Van Gogh e Picasso. Con la sua interpretazione unica della vita e della morte, Bacon ci spiega la dicotomia della sua arte attraverso una tesi inaspettatamente ottimista che ha soprannominato la "brutalità dei fatti". Come trasmette la straordinaria arte di Bacon, con l'accettazione della morte arriva un'appassionata vitalità per la vita.