Dopo aver combattuto i comunisti in Finlandia, Max Manus torna in Norvegia, attualmente occupata dai nazisti. Si unisce al movimento di resistenza norvegese nella loro lotta contro i tedeschi ma viene arrestato. Riesce a fuggire in Scozia dove riceve addestramento prima di essere inviato di nuovo in Norvegia per portare a termine varie missioni di sabotaggio contro la forza occupazionale.
Tornando in Norvegia con il suo amico Gregers Gram, la sua prima missione è un attacco alle navi di rifornimento tedesche. È spettacolarmente di successo, e presto diventa un obiettivo speciale per il comandante della Gestapo Siegfried Wolfgang Fehmer. Manus, tuttavia, evita la cattura, e con Gram e Gunnar Sønsteby forma il cosiddetto "gruppo Oslo".
Stoccolma diventa un punto di incontro per i norvegesi al servizio militare alleato. Qui Gram presenta Manus a Tikken, che lavora come contatto norvegese per il consolato britannico. I due sviluppano presto una relazione speciale.
Man mano che la guerra diventa sempre più brutale, molti amici di Manus perdono la vita nella lotta contro i tedeschi, e inizia a incolparsi per essere l'unico a sopravvivere. In un incontro con Fehmer si rende conto che tutti sono vittime della mancanza di significato della guerra.