Inspiegabilmente, una giovane donna vivace sta lentamente morendo. Quello che era iniziato come un'eruzione cutanea e un grottesco livido scuro, continua a diffondersi e, anche se continua a resistere, un terribile flagello la sta mangiando viva dall'interno. Ora, il suo lavoro in ospedale, i suoi amici e la sua vita amorosa sono diventati tutti frazioni di una vita una volta normale, poiché, prima o poi, il suo corpo si macchia dei fiori che sbocciano della decomposizione e delle stimmate di una punizione insondabile che richiede un cambiamento trascendentale. A poco a poco - mentre le ferite in putrefazione reclamano la carne rimanente - la donna si ritrova ridotta a un mero frammento di se stessa, con alcune cupe Polaroid che sono gli unici resti della sua esistenza. Inevitabilmente, davanti all'onnipotenza della Morte, ogni resistenza è inutile, poiché la carne debole e malleabile soccombe alla verità ultima della vita: ciò che una volta era vivo, senza dubbio, perirà.