Adattato dal romanzo di Antonia Arslan e co-diretto dai leggendari fratelli italiani Paolo e Vittorio Taviani, The Lark Farm segna uno dei pochi film internazionali che affronta direttamente il genocidio armeno del 1915, avvenuto durante la Prima Guerra Mondiale negli ultimi giorni dell'Impero Ottomano sotto il regime dei "Giovani Turchi".
La storia (con i suoi paralleli tematici, nelle prime scene, con il Giardino dei Finzi-Contini del 1970 di De Sica) riguarda il clan Avakian. Una famiglia armena che vive uno stile di vita agiato, gli Avakian sono convinti che la crescente ostilità turca all'orizzonte significhi poco per loro e li colpirà a malapena.
Infatti, gli Avakian ignorano tutti i segnali di avvertimento e si preparano per una riunione di famiglia di due figli benestanti - il proprietario terriero Aram, che risiede in Turchia, e Assadour, un medico che vive a Venezia.
Queste illusioni vengono distrutte quando un distaccamento militare turco arriva alla casa, annienta ogni membro maschile della famiglia e costringe le donne e le ragazze a attraversare la Turchia fino al deserto siriano, dove coloro che sono sopravvissuti al viaggio saranno massacrati.
Il film mostra anche le divisioni tra i turchi stessi, compresi quelli nell'esercito ottomano che sono attivamente coinvolti nell'attuare le azioni contro la popolazione armena.
Centrale nella prima parte del film è la relazione tra un bel ufficiale turco (Alessandro Preziosi) e la figlia di Aram. L'ufficiale cerca di salvarla dalla morte certa, anche se le circostanze che lo circondano lo portano alla fine ad abbandonarla.
Il film si conclude con il fallimentare processo post-bellico degli ufficiali che hanno portato a termine il massacro degli armeni, alcuni con entusiasmo, altri controvoglia, evidenziando in modo crudo come anche coloro profondamente contrari alla politica si siano trovati a impugnare la spada come boia.